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Channel: Commenti a: Nota/ Funzionalità “social”, a notevole richiesta
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Di: Marco Valerio Principato

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Salve Antonio.

Non avevo dubbi circa la bontà di fondo dei Suoi interventi. Le faccine, pur faticando a ottenere un riconoscimento ufficiale di elementi linguistici, fanno la loro parte e sono la trasformazione in “comunicazione non verbale” a tutti gli effetti di quegli elementi tipici dell’interazione faccia a faccia (sostanzialmente la mimica facciale e parte della gestualità): se ne sono accorti prima i sociologi della comunicazione, ammettendo la loro esistenza ed esaminandole almeno dal punto di vista sociale, che i linguisti. Io personalmente, come frequentatore della Rete di vecchia data (e più recentemente anche come studente di Scienze della Comunicazione, che sto frequentando per diletto), non ho alcuna difficoltà ad ammettere la loro utilità.

Quanto alla Sua mordacità, incuriosito ho cercato i precedenti commenti, e francamente non ve ne trovo: Lei ha commentato in maniera vivace e “vibrante”, per dirla con il Presidente Napolitano; non ha mai abusato né di alcun tono confidenziale, né si è permesso alcuna libertà che vada oltre i normali “limiti morali” ai quali ciascuno dovrebbe attenersi. Il prevedibile risultato è stato quello di sollevare la mia attenzione e ottenere il risultato, tanto più che esso avvantaggia non solo Lei ma una pluralità di persone.

Non altrettanto accade quando alcuni altri commentatori, specie quelli che approfittano della maggiore quota di anonimato ottenibile attraverso il sistema dei commenti di WordPress, si permettono una confidenzialità e un regime semantico del tutto inappropriati e irriverenti. Guarda caso, infatti, simili commenti non giungono mai tramite Facebook (dove si è molto meno “anonimi”) ma solo e soltanto attraverso il commento diretto.

Questa è una tra le tante ragioni che mi ha spinto a optare per la moderazione: purtroppo il carattere “opzionale” dell’etica, che contraddistingue questo periodo storico, non consente di lasciare loro alcuno spazio; è il prezzo che pagano per aver assecondato la sottrazione da un minimo di rigore morale ed è lo strumento attraverso cui avviene la loro “selezione naturale”. Non è una maniera elegante per richiamare l’uso del “Lei” o del “Tu”: la lingua inglese classica (oxfordiana, non l’americano) insegna da sempre che si può essere estremamente signorili e rispettosi anche impiegando un idioma dove la differenza tra il “Tu” e il “Lei” esiste sul piano della forma pur non essendo stabilita da diversi codici (esiste solo “you”), ma un modo per ricordare che un minimo di forma e di rigore sono ancora indispensabili per puntare a un vivere civile e al famoso “ideale di vita buona” che tanto ha assillato i filosofi.

Sono contento di averLe fatto cosa gradita e, al contempo, anche di aver messo a disposizione uno strumento utile.

Cordiali saluti


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